Progetto “difendiamo le selve di castagno”: linee guida

Difendiamo le selve di castagno
Un progetto che ci vede impegnati nella difesa di un bene prezioso che fa parte della storia e della tradizione valbronese: i castagneti.
Come?
Con un progetto che coinvolge proprietari, volontari, escursionisti e professionisti della selvicoltura, nell’intento di curare, manutenere e conoscere meglio questi alberi meravigliosi ed i loro frutti.
Abbiamo chiesto ai proprietari dei castagneti di permetterci di intervenire gratuitamente sui loro terreni cercando, insieme a professionisti, esperti e volontari un nuovo modo giusto per manutenerli e riqualificarli in vista di un possibile nuovo futuro fatto di valore e di passione. Abbiamo chiarito loro che la nostra missione è salvare i castagni e che per salvarli c’è bisogno di riporre attenzione non più solo sugli squisiti frutti ma soprattutto sulle piante, sul territorio e non solo nei giorni di raccolta. Abbiamo coinvolto cittadini, turisti, escursionisti “arruolandoli” come volontari del progetto, in un percorso che li avrebbe trasformati da “raccoglitori” a manutentori, acquisendo conoscenza e soprattutto divenendo un esempio per essere nuovi e giusti raccoglitori. Infatti agli occhi dei proprietari e anche al cospetto delle coscienze di tutti, dopo i primi interventi ogni volontario è divenuto un meritevole raccoglitore.

Che cos’è il progetto: un modo per riavvicinare due facce della stessa cultura, ritrovare l’antica armonia del territorio.
Nel territorio di Valbrona le selve di castagno erano un tempo la principale fonte di sostentamento per l’intera popolazione. I castagneti, qui tutti di singoli proprietari, erano custoditi (per necessità) dagli abitanti, un tempo paesani ma prima ancora contadini. La cultura contadina fu l’ultimo atto di una storia prodiga di cure per questa eredità centenaria. Oggi infatti il castagneto è solo memoria.
Una memoria che rischia di sparire e che si conserva in segni più o meno evidenti del territorio (alberi maestosi morti in piedi e altri vivi ma sprofondati nell’intrico di un bosco misto che ha spazzato via geometrie e perfezione del coltivo) ma anche, fortunatamente, nei ricordi di molti nativi.
Nativi che talvolta continuano alcune gesta dei loro antenati, riducendo un pochino la distanza che la modernità ha portato tra noi e quell’arte, ma che purtroppo sperimentano anche lo sconforto dovuto all’inerzia che la società dimostra verso un valore che sta per scomparire. A questi si contrappongono turisti, gitanti o escursionisti che nella maggior parte dei casi questa storia la ignorano del tutto. Due facce di una sola cultura che si scontrano inevitabilmente quando gli ultimi castagni vivi ci regalano la gioia dei loro frutti. Tutti gli anni infatti (forse ancora per un ultimo secolo) arrivano i giorni delle castagne e con loro gli scontri e le incomprensioni tra gli uni e gli altri. Da una parte quei nativi che ricordano le fatiche e il lavoro che resero il castagneto produttivo, remunerativo o principale attore del sostentamento famigliare; dall’altra questi nuovi cittadini, turisti o escursionisti che assuefatti alla modernità ignorano la storia contadina e quella del territorio e fanno fatica a riconoscere il passato, la storia e le radici.

Il progetto è anche un esempio per condividere in armonia i frutti del territorio. Esiste una storia che nessuno dovrebbe mai dimenticare: nella società contadina nel tempo del raccolto si faticava sempre e si raccoglieva spesso meno di quanto si era seminato eppure non veniva mai meno il momento della spigolatura, quando i contadini, conclusa la loro opera, lasciavano il campo agli altri affinchè qualcosa da raccogliere ci fosse per tutti. Quella era una forma di armonia… Possiamo trovarne una adatta ai nostri tempi? Noi ci stiamo provando.
E’ un gesto di rispetto e di educazione civica. Rispettare i castagneti per la storia che essi rappresentano è un dovere, riqualificarli è un investimento per una società civica migliore e per la riqualificazione del territorio, ma anche il ringraziamento per l’eredità ricevuta.
È un segnale che la sensibilità si può trasformare in opera concreta.
A Valbrona, come in molti altri paesi, c’è chi resiste alla perdita della propria coscienza storica, cercando di salvaguardare le ragioni e la saggezza delle antiche scelte contadine, senza spazzare via tutto archiviandolo nel “vecchio”.
C’è veramente bisogno di rispetto… ma soprattutto di azioni che parlino di rispetto. Quante castagne possiamo mai mangiare? Una giornata passata nel bosco a raccogliere castagne non ha più senso oggi… per raccogliere la giusta quantità bastano cinque minuti, il resto del tempo potremmo impiegarlo per osservare e conoscere meglio il territorio, magari raccogliere i rami secchi, spostare i sassi dal calpestio del sentiero o …. andare in ProLoco per iscriversi e partecipare alle attività programmate per difendere i giganti del bosco!
È una scommessa per il futuro. Forse può bastare tornare a fare, a vantaggio di tutti, un po’ di sana e genuina fatica, così che, di tanto in tanto, ci si possa fermare sì a raccogliere qualcosa che non ci appartiene, che pare non esser più di nessuno o, per assurdo, di essere di tutti, ma avendone compreso il valore. E forse, prima di insegnare nuove strade ai giovani, potrebbe essere un bene far conoscere quelle vecchie, perché possano essere di ispirazione a nuovi modelli di vita.

Come possiamo operare
Le azioni necessarie oggi per riqualificare una selva di castagno sono molte e complesse e spesso differenti da castagneto a castagneto. Le differenze sono talvolta determinate dal tipo di impianto (in prato, su riva,  a margine del bosco ecc.) e la cosa che da subito dovrete fare vostra è che non metteremo in campo un clichè ripetitivo e sequenziale; un modello operativo rigido e sempre uguale ma cercheremo di rispondere alle esigenze del territorio secondo le sue priorità, la sua condizione naturale e le sue caratteristiche specifiche. Un modo di affrontare le attività in natura basato su un pensiero che anche noi abbiamo dovuto fare nostro. Infatti, nel tempo, affiancati da selvicoltori e professionisti abbiamo capito che viviamo un periodo storico dove l’applicazione di modelli consolidati e sequenzializzati premia sempre meno in ambito naturale perché la natura porta in sé l’accettazione del cambiamento e sceglie sempre per un bene superiore collettivo o selettivo che sia. Il cambiamento che la natura sta accettando è in grande parte il risultato di errori che l’uomo ha commesso e sta ancora commettendo rincorrendo standard di una pseudo qualità basata sull’omogeneità e sull’azzeramento delle differenze. Ma questo è un tema complesso se affrontato genericamente mentre diventa semplice e chiaro se lo si sposta su piccole questioni come quella delle selve di castagno, che per tornare a regalarci i valori che rappresentano devono solamente essere rivissute attraverso un fare condiviso, armonioso e privo di controindicazioni. Curare le selve di castagno non procurerà squilibri nel sistema, non altererà le falde idriche, non determinerà l’aumento di inquinanti nell’atmosfera, non farà del male a nessuno, al contrario, siamo sicuri renderà felici molti umani e non.

> Clicca per saperne di più sulle castagne : tipologie, raccolta, ricette…..

Quando e come si partecipa?
Il progetto è iniziato a settembre 2021, i volontari che hanno aderito si impegnano durante le domeniche seguendo il calendario prefissato ma anche in settimana, secondo disponibilità.

Settembre – Ottobre: attività di pulizia del territorio (rami secchi, sassi ed eventuali rifiuti); sfalcio erba nell’area di proiezione delle chiome, rastrellatura, ed inizio raccolta.
Novembre – Dicembre: conclusione della raccolta e pesatura, rastrellatura di foglie e di ricci (separandoli); riassetto e modellazione del territorio  attraverso riempimenti con solo foglie o solo ricci
Gennaio – Febbraio: riassetto e modellazione del territorio  con materiale di risulta, eventuali potature e rimonda del secco, raccolta e preparazione delle marze per gli innesti
Marzo – Giugno: spollonature stagionali, estirpo infestanti, innesti e primo sfalcio sotto la proiezione delle chiome
Lugio-Agosto: attività di monitoraggio delle fioriture

Vuoi unirti a noi come volontario e partecipare alle attività del progetto? Inviaci il seguente modulo compilato e mandalo a progetto@valbrona.net :
> Modulo adesione volontario