Valbrona è un comune costituito da 4 diverse frazioni che originariamente furono indipendenti: Osigo, Maisano, Candalino e Visino.
Le prime tracce su cui è possibile fondare la storia di Valbrona risalgono al XV secolo.
A quell’epoca il territorio di Valbrona e di Visino costituiva due comuni distinti, che rimasero tali sino al 1927. Le loro singole vicende sono però pressoché sovrapponibili, per cui d’ora in avanti ciò che si dirà a proposito del primo va ritenuto valido anche per il secondo.
Valbrona apparteneva alla comunità generale della Vallassina, nel ducato di Milano.
Nel 1441 la Valle fu concessa in feudo dal duca di Milano Filippo Maria Visconti ai conti Dal Verme.
Nel 1469 fu infeudata a Tommaso Tebaldi di Bologna e successivamente (1533) al senatore Francesco Sfondrati. Rimase sotto il dominio di questa famiglia per diversi secoli.
Verso la metà del ‘600 le tre frazioni: Maisano, Osigo e Candalino che, avevano ormai raggiunto oltre il migliaio di abitanti, si concordarono per formare il loro Comune e la loro Parrocchia. Fu scelta la zona mediana per costruire la Chiesa con linee architettoniche armoniose ed equilibrate, edificata con il contributo di sacrifici e lavoro degli abitanti delle tre frazioni, dato che, non esistendo ancora viabilità carraia, i materiali venivano trasportati a soma o a traino. Nei giorni festivi la gente contribuiva, chi al trasporto, chi alla edificazione della Chiesa e della canonica. Nella zona terrena della canonica, si installarono gli uffici del Comune di Valbrona e prima, sotto la Chiesa, poi sotto il sagrato, infine ad un centinaio di metri, venne costruito il cimitero.
Nel 1751 il comune infatti era controllato dal “conte delle Riviera” Carlo Sfondrati. In seguito alla sua morte avvenuta senza eredi nel 1788, i suoi possedimenti furono assorbiti dalla regia Camera. In questo periodo, per quel che concerne l’amministrazione, il comune era sottoposto alla giurisdizione di un podestà che risiedeva ad Asso. Erano eletti tre deputati con scadenza triennale, coadiuvati da un cancelliere a cui spettava la custodia delle pubbliche scritture.
Un esattore era incaricato della riscossione del pagamento delle spese. In seguito all’Editto del 10/05/1757, che determinava il nuovo compartimento territoriale dello Stato di Milano, i due comuni vennero inseriti tra le comunità della Vallassina, nel territorio del ducato di Milano. Con l’avvento degli Austriaci e la nuova divisione in province, vennero inseriti nella provincia di Como.
Con l’avvento della Repubblica Cisalpina e del nuovo assetto territoriale i comuni divennero parte del Dipartimento della Montagna, Distretto dell’alto Lambro e successivamente (1801) nel dipartimento del Lario. Sei anni dopo i comuni furono aggregati a quello di Asso mentre, nel 1812, Valbrona fu unita al comune di Onno mentre per Visino la situazione rimase immutata.
In seguito alla nuova divisione territoriale del Regno Lombardo-Veneto, Valbrona fu ricostituita come comune a sé ed inserita nella provincia di Como, Distretto di Canzo. Con l’unione delle province lombarde durante il regno di Sardegna (23/10/1859), i due comuni furono inclusi nel mandamento di Canzo, circondario III di Lecco, provincia di Como.
Con la successiva unità d’Italia, in base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865, i comuni erano amministrati da un sindaco, coadiuvato da una giunta e da un consiglio. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale avvenuta nel 1926, l’amministrazione passò al podestà, per ritornare poi alla forma precedente con l’avvento delle repubblica.